Ai primi del mese di marzo è stato pubblicato Sicilia in Veg, un’isola a vocazione green edito da Nuova Ispa e scritto a quattro mani da Luce Pennisi ed Alessandra dal Zotto.
Ho intervistato Luce Pennisi, presidente di Veg Sicilia ed autrice dei testi del libro per raccontarci di lei, dell’associazione, del libro e dei progetti futuri.
Come nasce Veg Sicilia e perchè sei diventata vegana?
Dopo la laurea in Economia per Arte, Cultura e Comunicazione (2005 – Università Commerciale L. Bocconi, Milano), mi sono occupata di Eventi & Marketing a Milano presso Fiera Milano SpA, lavorando per conto di quest’ultima in manifestazioni come Bit, Host Milano, Wellness World Exibition, MilanoVendeModa. Nel 2008 ho iniziato il percorso legato alla produzione e realizzazione di eventi culturali e fieristici in Sicilia, dopo aver lasciato la mia “contraddittoria” Milano per far rientro nella mia amata Isola. Insieme a diverse società di eventi ho lavorato nella realizzazione fiere di settore in tutta la Sicilia. Nel 2015 ho ideato e fondato il Progetto Veg Sicilia, che promuove la scelta Veg e l’alimentazione vegetale, naturale e km0 e la ricerca spirituale, mediante l’organizzazione di Eventi, Convegni, Seminari di approfondimento e Corsi di Cucina Vegetale per Amatori e Professionisti. Sono Presidente dell’Associazione dal 2016. Faccio da consulente marketing per alcune aziende nel settore ristorativo e agricolo dal 2018, e nel settore di arredamento (tradizione di famiglia, originaria e acquisita).
Nel 2012 ho deciso di non mangiare più carne, in seguito anche il pesce, ma in realtà a quei tempi non avevo alcuna connessione con il cibo che mangiavo. Era una scelta etica e di protesta, non volevo più mangiare animali, ma non associavo la produzione dei derivati allo sfruttamento intensivo di questi. Solo dopo 2 anni, nel 2014 dopo essermi informata, aver approfondito la mia conoscenza con libri, seminari, convegni ho compreso la stretta correlazione con la salute e quanto in realtà la scelta vegetariana non protegga gli animali, perché lo sfruttamento che deriva dagli allevamenti intensivi non è nemmeno descrivibile. Uova prodotte come se fossero bic, mucche ingravidate per una produzione di latte esagerata.
Insomma per rispettare gli animali non si possono mangiare i derivati. Dalla scelta e dalla passione nasce nel 2015 Veg Sicilia.
Come hai pensato di scrivere il libro Sicilia in veg?
L’idea è nata tantissimo tempo fa, per dare testimonianza del lavoro che stavamo svolgendo in tutto il territorio siciliano; per raccontare di questa crescita e questo interesse e infine per spiegare a tutti che mangiare in modo totalmente vegetale è veramente facile e non si allontana dalla nostra tradizione. Era una mia idea in stand by da più di 3 anni, e alla fine del 2018 ne ho parlato con Alessandra, che aveva sempre voluto fare un libro di ricette rivisitate. Da qui siamo partite alla ricerca della casa editrice e alla progettazione dei contenuti, il cui schema era già pronto.
Come è nata la collaborazione con Alessandra Dal Zotto?
Nasce alla fine del 2017, lei aveva partecipato ad alcuni corsi con lo chef Beria ed era diventata socia attiva della nostra organizzazione. Un giorno le chiesi se si sentiva di tenere un corso di cucina, dopo aver valutato il suo percorso formativo e lei accettò. Aveva studiato nella scuola Il Sesto Sapore, in provincia di Venezia. Era una veneta trapiantata alle isole eolie da 20 anni, sentivo che aveva qualcosa in più degli altri. Ed infatti è stato cosi. Collabora con Veg Sicilia dalla fine del 2017, tiene diversi corsi per amatori e professionisti in giro per la Sicilia insieme a noi. Esperta in erbe spontanee e ricercatrice in tecniche di fermentazione, Alessandra ha sempre un consiglio giusto per ogni occasione.
Come è strutturato il libro?
Non è un libro di ricette classico. È un racconto di quello che la Sicilia è ed è in grado di dare se si sceglie di mangiare vegetale. Sicilia in Veg è un’indicazione su come comportarsi non solo sul piano nutrizionale, ma parla di amore per la terra e per i cibi genuini, di tradizione made in Sicily, parla di salute, di prevenzione. Parla di Grani antichi, di Economia, Agricoltura biologica e km 0, di psicoecologia, di turismo esperienziale. Racconta la nostra terra e tutti i frutti che questa ci regala. La “Sicilia in Veg (che ha una vocazione Vegetale e Green) è l’antidoto a tutto: all’alienazione da sé e dal mondo, l’antidoto alla crisi per i produttori, alla malattia per i malati, al cibo spazzatura, alla depersonalizzazione, alla massificazione e alla povertà”.
Nella parte dedicata alle ricette (più di 90), troverete tanta tradizione siciliana in chiave vegetale, rivisitazioni di piatti legati al territorio, e proposte creative con ingredienti 100% siciliani. Tante informazioni sugli ingredienti prodotti sull’isola, già conosciuti o riscoperti negli ultimi anni.
Come è messa la Sicilia dal punto di vista della scelta vegana a tavola, nei ristoranti/ bar etc ?
La Sicilia si sta adeguando. E questa volta spezzo una lancia a favore di Veg Sicilia, perché il lavoro di promozione, informazione e realizzazione del network (Circuito Veg Sicilia) sta portando a sensibilizzare sempre più persone e ristoratori verso questo tipo di alimentazione. Almeno solo per un motivo, quello di offrire un menù adeguato a chi sceglie un’alimentazione totalmente vegetale.
Qual è il motivo secondo te e cosa si può fare?
Si può fare molto di più, penso che oggi tutti dovrebbero inserire all’interno della propria offerta ristorativa un menu dedicato ai vegani (e agli intolleranti), non si può più prescindere, ed è il mercato che lo dice. Si può condividere o meno la scelta, ma chi ha un’attività ristorativa deve soddisfare il gusto del cliente, e non può improvvisare un piatto, come ha spesso fatto.
Insomma non ci si può più accontentare del piatto di pasta con la salsa o di verdure grigliate in tutte le stagioni.
Quanto è importante diffondere una cultura culinaria a km0?
La scelta veg non può prescindere dal territorio, dalla stagionalità, dai ritmi della natura e soprattutto dalla poca trasformazione che subisce il cibo. È importante riconnetterci con la NATURA, assecondare i processi naturali, riappropriarsi della STAGIONALITA’ e dei prodotti che questa offre, insegnare ai bambini che il cibo ha un valore, una storia, una tradizione, che si può scegliere di mangiare diversamente da come fanno tutti gli altri. Dare loro la possibilità di fare esperienza con sapori, odori e colori della TERRA, e insegnare loro la compassione e soprattutto l’importanza delle relazioni umane, che stiamo andando perdendo e che non può essere rappresentata da un’etichetta “vegan”.
Si può fare a meno del Tofu?
Si deve fare a meno del tofu, o meglio, autoprodurlo sarebbe l’ideale per renderlo salutare e per beneficiare di tutte le proprietà nutrizionali: è sempre un derivato della soia, e di quello industrializzato è meglio non abusare. Della soia in generale è meglio non abusare. Meglio una ricotta di mandorle, fatta dalle nostre mandorle siciliane. Meglio un bel piatto di cereali e legumi, se dobbiamo cercare le proteine con tutti e 8 gli amminoacidi essenziali. Meglio la frutta secca della nostra terra. Dobbiamo ricordarci che se mangiamo troppo spesso un particolare alimento, questo determinerà in qualche modo un’intolleranza. Dobbiamo variare e cercare di capire il meccanismo e da che cosa possiamo prendere cosa.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Intendi quando diventerò grande? 😉
Intanto il mio progetto è quello di vendere tantissime copie del libro Sicilia in Veg al fine di far scoprire soprattutto agli onnivori quanto sia vegetale la cucina siciliana.
Nel 2020 in programma un corso professionalizzante a Palermo (per tutta la Sicilia) per insegnare a tutti gli chef e i futuri chef come si può cucinare in modo totalmente vegetale in modo semplice e gustoso, con i docenti Veg Sicilia, in collaborazione con la scuola di cucina Bechef.
Entro fine anno un evento bellissimo di cui non mi è permesso parlare.
Infine, in cantiere un altro progetto editoriale (top secret).