Ti acquisto quindi sei mio. Come trasformare un essere vivente in un oggetto
Perchè acquistare un essere vivente è sbagliato
Nella serata di domenica ho, purtroppo, visto il servizio della bravissima Sabrina Giannini sui cani di razza, il mercato e la criminalità che vi gira intorno ed i maltrattamenti genetici che subiscono le razze di cani per corrispondere alla moda del momento, alle aspettative del momento. I cani trattati alla stregua di borsette Louis Vuitton, ossia mi piace, ho i soldi li compro. Cosa c’è dietro, quale dolore, sfruttamento, violenze non gliene frega niente a nessuno.
La Giannini ha tenuto a sottolineare che gli allevatori seri esistono e chi vuole comprare un cane può e deve pretendere di vedere le madri per capire in che condizioni sono tenute, se sono equilibrate etc. Il problema, a mio parere, è proprio nel concetto: acquistare un essere vivente.
Il problema, il nodo sta tutto lì.
Io non mi scandalizzo che ci sia gente che compra cani perché ci sono persone che comprano bambini, donne, violenza solo per esercitare il proprio desiderio di dominio. Ti ho pagato quindi sei mio e di te faccio ciò che voglio, ti ho pagato hai più valore, ti ho pagato faccio vedere agli altri quanto sei bello/a. Sono sempre successe queste cose ed è sicuramente ingenuo pensare che sia la società di oggi che le determina o come ho letto da qualche parte il capitalismo o il liberismo.
No. Prima di comprare i cani si compravano gli schiavi e si comprano ancora. E’ il concetto di acquisto legato ad un essere vivente che va rivisto senza fare distinzioni. C’è ancora chi pensa “ah ma è un cane”. No, non è un cane è un simbolo.