In occasione del suo intervento a Palermo all’incontro dal titolo ” La Tutela degli animali, tra randagismo e zoomafia a Palermo” svoltosi il 2 Dicembre scorso, ho potuto intervistare Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale zoomafia della Lav.
Dal dicottesimo rapporto zoomafia(2017) emerge che sono in aumento le denunce (+1,68%) e gli indagati (+13,31%). Ogni 57 minuti viene aperto un nuovo fascicolo per reati contro gli animali. Viene denunciata una persona ogni 80 minuti. I combattimenti sono aumentati del 38%, il numero di persone denuciate del 189%. Questo fenomeno non interessa solo cani e gatti ma anche le corse clandestine di cavalli ed il traffico di cuccioli, che sono tra le prime emergenze zoomafiose, nonchè la “Cupola del bestiame”, la macellazione clandestina e le sofisticazioni alimentari. Vi è allarme anche per il contrabbando di fauna esotica e la pesca illegale, la zoocriminalita’ minorile e i traffici di animali via web ( FONTE LAV).
Per capire bene cosa s’intende con il termine zoomafia, la vastità del fenomeno e la sua importanza nell’ambito della lotta alla mafia, soprattutto in Sicilia, ho posto a Ciro Troiano alcune domande che possano aiutare chi non conosce il fenomeno a comprenderne la reale, e devastante, portata.
Cosa s’intende con il termine zoomafia?
Oltre 20 anni fa abbiamo coniato e utilizzato per la prima volta la parola “zoomafia” in alcuni articoli. La sua diffusione è sempre stata più ampia, spaziando in diversi ambiti: dalla filosofia del diritto alla politica, dal giornalismo alla psicologia alla criminologia. Con questa parola intendiamo lo sfruttamento degli animali per ragioni economiche, di controllo sociale, di dominio territoriale, da parte di persone singole o associate o appartenenti a cosche mafiose o a clan camorristici. Con questo neologismo si indica anche la nascita e lo sviluppo di un mondo delinquenziale diverso, ma parallelo e contiguo a quello mafioso, di una nuova forma di criminalità, che pur gravitando nell’universo mafioso e sviluppandosi dallo stesso humus socio-culturale, trova come motivo di nascita, aggregazione e crescita, l’uso di animali per attività economico-criminali. È importante precisare che quando si parla di zoomafia non s’ intende la presenza o la regia di Cosa nostra dietro gli scenari descritti, piuttosto si fa riferimento ad atteggiamenti mafiosi, a condotte criminali che nascono dallo stesso background ideologico, dalla stessa visione violenta e prevaricatrice della vita.
Quali sono le principali attività zoomafiose in Sicilia?
La Sicilia, insieme alla Campania, rappresenta una delle regioni in cui si registrano tutti i filoni della criminalità zoomafiosa: corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, abigeato, macellazione clandestina, traffico di fauna, tratta dei cuccioli, controllo dei mercati ittici, pesca abusiva, ecc. Basti pensare che in Sicilia è stato registrato il 9% circa di tutti i reati contro gli animali accertati in Italia nel 2016.
Le corse clandestine di cavalli sono una vera emergenza. Nel 2016 sono state bloccate due corse clandestine. Sono stati sequestrati almeno 11 cavalli e almeno 32 persone sono state denunciate a vario titolo per reati connessi in relazione alla detenzione illegale di cavalli o alle corse clandestine.
Sequestri e denunce sono stati fatti a Catania, Siracusa, Messina. L’operazione “Totem” ha sgominato un gruppo criminale che nel quartiere “Giostra” di Messina e in altre località, insieme ad altre attività illegali, organizzava corse clandestine di cavalli. Tra i beni sequestrati nel gennaio 2016 dalla DIA a un presunto affiliato al clan mafioso Nardo, della provincia di Siracusa, c’era anche una scuderia con cavalli da corsa. Illegalità si registrano anche negli ippodromi ufficiali.
Secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 6 cavalli che nel 2016 hanno partecipato a gare ufficiali in Sicilia, sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Si tratta di gare svolte negli ippodromi di Palermo (5 cavalli) e Siracusa (1 cavallo). Queste complessivamente le sostanze trovate: procaina, furosemide, metilprednisolone, idrossi-Lidocaina e testosterone.
I combattimenti tra cani in questa regione presentano i caratteri di una vera emergenza. Gli scenari sono quelli di illegalità, degrado, criminalità diffusa. Già da alcuni anni avevamo indicato segnali che facevano intravedere una ripresa del fenomeno, ma ora possiamo dire, agli esiti giudiziari e investigativi, che ci troviamo innanzi ad una nuova e allarmante recrudescenza. Persone denunciate, ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con esiti cicatriziali riconducibili alle lotte, sequestri di allevamenti di pit bull, video con riprese dei combattimenti, segnalazioni: questi i segnali che indicano una riacutizzazione del fenomeno. Nel 2016 in Sicilia sono stati sequestrati almeno 45 cani e 6 persone sono state denunciate. Le segnalazioni arrivano da tutte le province, in particolare da quella di Trapani dove due persone sono state sottoposte anche alla misura cautelare dell’obbligo di residenza, mentre a Caltanissetta la Corte di Appello ha confermato le condanne inflitte a due giovani per combattimenti clandestini tra cani. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine è tornato attivo il numero LAV “SOS Combattimenti” tel. 064461206. Lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali.
C’è qualche dato nuovo che emerge dal rapporto zoomafia 2017 rispetto ai precedenti sempre riguardo la Sicilia?
Negli ultimi anni l’attenzione dei media si è concentrata sulla cosiddetta mafia dei pascoli, dopo l’attentato subito dal dottor Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi. Nelle relazioni della DIA e della DNA vi sono diversi riferimenti alle infiltrazioni criminali nel settore zootecnico. Come ricorda l’Antimafia, anche il comparto dell’agroalimentare appare esposto a forme di intrusione della criminalità organizzata specie in relazione all’illecita acquisizione di fondi comunitari di sostegno all’agricoltura o alla zootecnia che verrebbero perpetrate attraverso interposizioni fittizie o creazione di società ad hoc per eludere i controlli antimafia, l’abusiva acquisizione di terreni, spesso ad insaputa dei legittimi titolari, l’utilizzo di false attestazioni sul loro effettivo possesso e sulla reale destinazione d’uso e il coinvolgimento di professionisti, pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, infedeli. Macellazione clandestina, abigeato, vendita di carni infette, allevamenti acquistati con proventi illeciti, animali privi di contrassegno, evasione fiscale, frode, truffa all’Unione Europea e a Paesi Terzi, intestazione fittizia di beni, controllo dei pascoli e dei terreni, imposizione della “guardiania”, rapporti collusivi con funzionari pubblici, commercio di sostanze alimentari nocive: è il mondo sommerso delle illegalità nel comparto zootecnico in Sicilia.
Quali sono, a tuo parere, le azioni che andrebbero messe in campo a livello politico e/o legislativo per contrastare queste attività illecite?
L’analisi del fenomeno conferma l’esistenza di sistemi criminali consolidati, di veri apparati con connivenze tra delinquenti, colletti bianchi e funzionari pubblici. Sistemi criminali a danno degli animali e, in generale, della società. Un’azione di contrasto efficace deve adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata: solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente. I crimini contro gli animali sono un tema di rilevanza nazionale, perché la legalità e i diritti animali sono questioni strettamente connesse e, spesso, i crimini contro gli animali nascondono, determinano o si accompagnano ad altri tipi di reati. Del resto la criminalità organizzata è un male totalitario, che mira a controllare e a dominare tutto: cose, uomini, animali e il loro ambiente. In quest’ottica la zoomafia si manifesta come evidente espressione dello specismo: sfruttamento di altre specie a vantaggio esclusivo di piccoli gruppi. Come provvedimenti da prendere è auspicabile che, in ossequio all’esigenza di legalità e sicurezza diffusa in tutti gli strati sociali, si arrivi presto al varo di alcuni provvedimenti legislativi, alcuni attesi da tempo, come il potenziamento della normativa sulla tutela penale degli animali, la modifica della normativa sugli animali d’affezione e delle norme sulla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, che richiedono una organica risistemazione in un unico e rinnovato testo; le disposizioni sul doping e le corse di animali su strada prevedendo apposite sanzioni sotto forma di delitto, l’adeguamento delle sanzioni attualmente previste per gli illeciti in materia di adulterazione alimentare e in materia di pesca alla loro capacità offensiva, la rivisitazione della legge sulle scommesse.
Rispetto a quando hai iniziato ad interessarti di zoomafia ad oggi cosa è cambiato in meglio e cosa in peggio?
Sicuramente sono stati fatti passi avanti sotto il profilo della normativa di contrasto, basti pensare all’impatto che ha avuto la legge 189/04 sui crimini contro gli animali. Anche sotto il profilo della conoscenza del fenomeno e della consapevolezza della sua gravità la situazione è mutata in positivo. Occorre però maggiore attenzione, un impegno collettivo, un’azione sinergica che affronti il problema per quello che è, ovvero una seria questione di legalità e giustizia.