In questi giorni si parla tantissimo di cambiamento, di normalità, di come saremo dopo che questo lockdown sarà cessato.
Molti commentatori sono certi che nulla sarà più come prima e alcuni sperano di tornare alla “normalità” ma siamo sicuri che sia una speranza e non una mazzata sui piedi?
Io sono tra quelli che auspica che non si torni alla “normalità” di prima che preferisco chiamare follia.
Per questo motivo sto reagendo bene a questa situazione e ne colgo gli aspetti positivi che per me sono:
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E’diminuito drasticamente l’inquinamento;
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Nulla si da più per scontato, anche solo poter fare una passeggiata;
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Si è ridotto il numero degli animali macellati e dunque trasportati e dunque allevati;
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Il messaggio che vi è un nesso tra come trattiamo la natura e come poi la natura ce la fa “pagare” è arrivato forte e chiaro;
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E’ molto più chiaro, ai più, che gli altri animali sono esseri viventi come noi e che se continueremo ad ignorarlo ci attendono altre pandemie ( ho scritto un articolo su questo punto);
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Tantissime persone stanno lavorando in smart working risparmiandosi ore e ore di auto per arrivare sul posto di lavoro;
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Si è capito che bisogna prendersi cura della salute per farsi trovare preparati quando i virus aggrediscono, che significa molto semplicemente alimentarsi in modo sano, fare sport, non fumare.
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Sono fiorite tantissime iniziative di intrattenimento culturale alla portata di tutti;
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Il mondo digitale offre tantissime opportunità lavorative che aumenteranno sempre di più;
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A Pasqua non ci saranno le mega mangiate di cuccioli di agnello;
Al di là delle opinioni di ognuno questa esperienza ci ha dato il più grande insegnamento:
Il cambiamento è una delle cose più difficili da accettare, ma è parte della vita,infatti, come diceva Eraclito:
Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo
Il cambiamento non è nè positivo nè negativo ma neutro, dipende come lo si accoglie.
Il momento più difficile è quello in cui gli opponiamo resistenza e, quindi, prima lo accettiamo prima possiamo trarne il meglio.
Diversi anni fa sono stata a Pomaia, presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, ci sono andata con spirito di curiosità sentendomi affascinata dal Buddismo.
Dormivo in una stanza con dieci persone che non conoscevo ed utilizzavo pulitissimi bagni in comune con persone totalmente sconosciute.
Se mi avessero prospettato questa possibilità qualche anno prima avrei detto che per me condividere una stanza o il bagno con persone sconosciute sarebbe stato inconcepibile.
Con il tempo, e l’esperienza, ho capito che la capacità di adattarsi è una forma d’intelligenza ed anche accogliere il cambiamento lo è.
Da quando pensavo di che fosse inconcepibile condividere spazi con sconosciuti a quando l’ho fatto sono trascorsi degli anni cruciali in cui ho capito che due parole non dovrebbero essere usate, mai e sempre.
ll Dalai Lama in uno dei suoi 18 principi di vita dice:
“Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori“
Perchè adattarsi e cambiare non significa non riconoscersi più ma anzi rafforzare i propri valori ed il proprio valore in un flusso costante.
Accettare il cambiamento è una condicio sine qua non per reggere nel tempo agli stravolgimenti, come quello che stiamo vivendo.
Al cambiamento è anche collegata la responsabilità di gestire gli insegnamenti che vogliamo trarne e non lasciarsi vivere dalle circostanze.
Siamo noi che abbiamo il controllo sui nostri pensieri e non il contrario, dovremmo ricordarcelo sempre.
La nostra mente dove va la nostra attenzione e noi possiamo scegliere se i nostri limiti sono muri oppure punti di partenza.
Chi si mette in gioco diventa responsabile della creazione delle circostanze e del proprio futuro.
Se tu cambi le circostanze cambiano
Anche in questo momento difficile apriamoci con curiosità ed ottimismo verso il futuro, lasciamo aperte tutte le possibilità in linea con il nostro valore ed i nostri valori.
Facciamoci stupire come quando eravamo bambini