Nel 2004, ossia ben 14 anni or sono, ho discusso la mia tesi di Dottorato sugli xenotrapianti, quando ancora di biotecnologie applicate agli animali se ne parlava pochissimo e molti pensavano che si trattasse di un nuovo film fantasy. Ho continuato ad occuparmi di xenotrapianti fino ad un paio d’anni fa, soprattutto in un’ottica STS (Science and Technology in society) dove la S di scienza comprende anche il rapporto tra diritto e società. Le biotecnologie, infatti, per un giurista sono il terreno dove STS ed Animal Law studies (ALS) crescono insieme.
Ma nell’ultimo anno ne ho seguito meno gli sviluppi perché sono stata alle prese con la stesura del libro che dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane sugli animali destinati a diventare cibo.
Tuttavia il primo amore non si scorda mai ed, infatti, gli animali “ingegnerizzati” sono stati e rimangono il mio pallino anche perché se ne parla molto poco, nonostante a mio parere siano gli ultimi tra gli ultimi nel mondo animale, anche perché è difficile per un giurista che non sia anche un po’ appassionato di scienza districarsi tra termini tecnici e l’avanzare di sempre nuove tecnologie applicate agli animali. Per colmare questa lacuna terrò aggiornata la sezione del blog Animali e biotecnologia per informarvi sul mondo degli animali Biotech.
Andiamo per ordine e rispondiamo alla prima elementare domanda:
Cos’è lo Xenotrapianto?
E’ un trapianto di organi e tessuti tra specie diverse ed ha una storia secolare mentre il trapianto di organi da maiale transgenico ad uomo ha una storia abbastanza recente che copre circa due decenni.
Il primo trapianto tra specie diverse fu fatto da un medico nel 1682, il quale sostituì ad un nobile russo un lembo di cranio lesionato con quello prelevato dal cranio di un cane. L’esperimento riuscì, ma non se ne conosce l’esito finale, poiché, avendo la Chiesa minacciato il nobile di scomunica, lo stesso si fece asportare il lembo trapiantato. Notevoli successi sono stati, invece, conseguiti dai medici militari, sin dalla fine dell’800, i quali hanno utilizzato la pelle di rana per sostituire quella di soldati ustionati.
Abbiamo notizie del primo vero xenotrapianto effettuato da Mathieu Jaboulay nel 1906 che collegò un rene di maiale al braccio di un uomo e visto l’insuccesso di questa prima operazione decise di ritentare con un rene di capra ma l’insuccesso di questa seconda operazione fu identico al primo.
Fino al 1963, i tentativi di raggiungere qualche risultato in questo campo furono svariati, ma proprio in quest’ anno il chirurgo Hitchock tentò a Pittsburg di impiantare un cuore di scimpanzé in un uomo. Il paziente sopravisse solo 90 minuti rigettando il cuore trapiantato.
E’ del 1984 il tentativo di xenotrapianto più conosciuto, quello effettuato da Leonard Baily su baby Fae bambina di due settimane affetta da una grave malattia cardiaca.
La bambina a cui venne trapiantato un cuore di babbuino morì tra atroci dolori dopo 21 giorni e fu anche lei una cavia tra le tante che il dottor Baily utilizzo per 160 trapianti tra specie diverse senza mai ottenere alcun risultato significativo.
A questi tentativi seguì il trapianto effettuato da Starzl a Pittsburg nel quale l’organo trapiantato fu il fegato di un babbuino su un uomo affetto da aids ed epatite b.
L’uomo e’ morto dopo 70 giorni nei quali ha sofferto di intossicazione settica, viremia, esofagite, emorragia della cavità pleurica, collasso cardiocircolatorio, insufficienza renale ed epatica ecc.
Per far si che un maiale potesse diventare donatore di organi, senza innescare nel ricevente queste reazioni mortali note come rigetto iperacuto, nel 1995 è nato il primo animale transgenico per XT, la scrofa Astrid, nel cui patrimonio genetico è stato introdotto il gene DAF (Decay Accelerating Factor) antirigetto. L’animale scelto è stato il maiale per motivi etici, il maiale si mangia quindi non vi è nessun ostacolo etico ad utilizzarlo come donatore di organi, e fisiologici, gli organi dei maiali sono molto simili per forma e grandezza agli organi umani.
Il maiale transgenico creato a tal fine è un maiale geneticamente compatibile con l’uomo ed un eventuale trapianto di qualche suo organo comporterebbe il solo rigetto acuto, così come accade nei casi di allotrapianto, evitando il rigetto iperacuto che ad oggi ha costituito il più grosso ostacolo alla riuscita dello XT “classico”.
L’ostacolo del rigetto iperacuto che causò tutte queste morti e sofferenze ad animali umani e non umani è stato superato con l’utilizzo dell’ingegneria genetica ma ne permane, o sarebbe meglio dire permaneva, uno molto più difficile da bypassare ossia la possibilità di trasmissione del retrovirus suino, detto PERV.
Con la tecnica CRISPR/ Cas9pare che anche questo problema sia superato.
Cosa s’intende per CRISPR/Cas9?
E’ una tecnica di editing del genoma spiegata benissimo in questo articolo
Nel caso dello xenotrapianto questa tecnica di precisione ha permesso di disattivare i PERV e con l’aiuto della trasferimento nucleare somatico (più noto come clonazione ) i ricercatori hanno impianto embrioni di maiali che non esprimessero questi retrovirus in madri surrogate che però hanno dato alla luce solo 17 suinetti PERV free.
Dal punto di vista della ricerca questo costituisce un enorme balzo in avanti ma dal punto di vista degli animali non umani, i maiali ed i primati implicati in questa ricerca, questa non è assolutamente una buona notizia anzi molto probabilmente tra qualche anno inizieranno i primi trial clinici su pazienti umani.
Il motivo per il quale nel 2004 ho discusso la mia tesi sullo xenotrapianto è e rimane sempre lo stesso: se il maiale si mangia perché non dovrebbe essere usato come donatore di organi? A questa spinosissima domanda risponderò nel prossimo articolo!