Da quando sono diventata vegana sono due le cose che mi mancano di più, in ordine di importanza: i dolci ed i formaggi. Per una golosa come me, andare a mangiare fuori, oppure andare a prendere un caffè con gli amici e sapere di non poter mangiare nessun dolce perché in nessuna pasticceria si trovano dolci vegani, a meno che non parliamo di cornetti surgelati, è veramente triste. Anche noi vegani, nonostante quello che pensano gli onnivori, amiamo mangiare bene e ancor di più cose saporite
Insomma, noi vegani non siamo malati e vorremmo uscire con i nostri amici e poter mangiare cose saporite dal salato al dolce esattamente come tutti gli altri. Per questo motivo, quando qualche tempo fa ho visto su Facebook la pagina di Enza Arena, che si chiama Enza Arena Vegan Pastry, una chef pasticciera vegana che vive e lavora a Catania, le ho chiesto subito un incontro. Che è avvenuto due giorni fa. Sedute ad un tavolo di un bar ho rivolto ad Enza delle domande per capire da dove fosse nata la sua passione per la pasticceria ed in particolare perché quella vegana.
La prima cosa che le ho chiesto è stato quale è stato il percorso che ha seguito per diventare una chef pasticciera. Enza Arena è diplomata in flauto traverso e insegna musica, le piace l’arte in tutte le sue forme e attraverso la pasticceria vegana, ha deciso di sfidare i luoghi comuni ed i pregiudizi secondo i quali un dolce buono non può essere vegano e attraverso tanto studio e passione è riuscita a rendere la pasticceria vegana eccellente. Sarebbe bastato che voi aveste assaggiato il dolce che mi ha regalato per rendervene conto. Una perfetta fusione di professionalità e creatività artistica. Il completamento del suo iter formativo per diventare la chef vegana che è oggi, ha previsto un corso di alimentazione vegan ed uno di pasticceria professionale, che le hanno fornito le basi indispensabili per trasformare un dolce classico in un dolce vegano.
Ma veniamo alle domande che tanti vegani penso, si pongano:
Innanzitutto, perché la pasticceria vegana è più costosa? Sono più costose le materie prime oppure ci sono altri motivi? Enza mi ha detto che le materie prime oggi sono leggermente più costose di quelle che si utilizzano nella pasticceria tradizionale, ma il fulcro del problema è che alle spalle della pasticceria vegana c’è uno studio molto lungo ed approfondito. Per meglio esemplificare questa sua affermazione, mi ha spiegato, in modo molto professionale, della sua ultima ricetta riguardante i bignè. Questo dolce tradizionale è di non difficile realizzazione perché ha come base l’uovo che ha molteplici funzioni tra cui legante, lievitante ed emulsionante etc. Ma se già, la pasticceria di per se purtroppo non permette errori, a maggior ragione non li permette quella vegana. Ci sono delle cose in cui non basta solo rispettare al grammo le dosi. L’estrema difficoltà risiede nel trovare la formula giusta per sostituire, nel caso del bignè, tutte le funzioni che le uova svolgono: legante, lievitante, emulsionante, etc. Per questo motivo, per arrivare ad ottenere un bignè degno di questo nome “ ho dovuto fare mesi e mesi di prove, stonando la testa a mio marito, che è la mia cavia”. Enza ride ricordando quelle prove. Vista la mia attenzione alle materie prime ed alla necessità che io avverto di
coniugare il veganesimo etico a quello salutistico, un’altra domanda che ho rivolto ad Enza è stata inerente l’utilizzo di prodotti biologici ed a km0 e fortunatamente la risposta è stata positiva, ovviamente con qualche logica eccezione. Privilegia, soprattutto, le farine di grani antichi siciliani e per trazione modale tutto quello che il nostro generoso territorio riesce ad offrirle. Un altro aspetto a cui tiene tantissimo, vista la sua vena artistica e creativa, è la presentazione del dolce perché, mi ha detto, “non si mangia solo con il palato ma anche con la vista ed anzi la vista è la prima cosa che fa apprezzare un dolce”. Il suo motto, infatti, è “deve essere bello da vedere e buono da mangiare”.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto salutistico, le ho chiesto, se a suo parere esistono dolci sani. Ed Enza con estrema sincerità e professionalità mi ha dato una risposta che per me è stata un colpo al cuore, lo confesso : “No!”. Il dolce, mi ha detto, di per sé non è e non può essere sano, anche il più naturale possibile, anche quello fatto sostituendo lo zucchero con i malti, la frutta frullata o lo zucchero di cocco, sarà e rimarrà sempre un dolce quantunque lei si sia cimentata anche in dolci per diabetici. Per finire, abbiamo parlato dei suoi progetti futuri che comprendono: diversi corsi che terrà nei prossimi mesi e che potrete trovare sulla sua pagina, l’uscita quasi imminente di un suo libro sulla Vitb12, mentre è in cantiere un ambizioso progetto di un libro che offrirà un ventaglio di ricette dall’antipasto al dolce.
Enza sta dimostrando con studio, pazienza, dedizione e competenza che i dolci vegani sono buoni tanto quelli non vegani, se non di più. Nel lasciarmi a fine intervista mi ha detto con un sorriso e mentre mi salutava che l’unica accortezza che bisogna avere è quella di lasciare a casa i pregiudizi.
Buon dolce a tutti
PS:
La mattina quando sono uscita da casa mio padre mi ha chiesto perché volessi intervistare Enza Arena ed io gli ho risposto che il mio obiettivo è quello di capire come le persone ogni giorno attraverso le loro passioni e la loro tenacia, stiano andando verso un mondo vegano e capire perché lo fanno. L’altro mio intento è quello di riuscire attraverso questo blog, che state leggendo, a mettere in rete le persone che hanno abbracciato questa filosofia di vita in Sicilia, perché è la mia terra e penso che sia una terra fertile per i cambiamenti, nonostante tutto quello che si dice di cattivo nei nostri confronti. E’ importante, per me, far capire che la scelta vegana non è più una scelta di pochi illusi che pensano di voler cambiare il mondo, ma è una scelta consapevole di tantissime persone. Persone molto diverse tra loro stanno abbracciando questa filosofia di vita poiché hanno capito, prima degli altri, che questa è la strada del futuro.